L’arte di vivere… la meraviglia

La vicenda è descritta in modo lineare, per cui nella protagonista possono ritrovarsi raccontate e illuminate non solo tante giovani donne, ma anche tante persone adulte rimaste incagliate in qualche problematica dei primi vent’anni.

Un merito tutto speciale va riconosciuto all’autrice per aver affrontato e accompagnato le acute sofferenze del percorso senza mai connotarle di patologia, ma trattandole sempre e solo come momenti normali di un parto esistenziale.

Il dolore infatti, quello che ci troviamo dentro o accanto senza averlo cercato, non è un nemico della vita, ma una sua componente essenziale. E come il buio della notte è indispensabile per vedere gli immensi spazi stellati, così il dolore della vita ci è necessario per vedere la nostra piena verità. Perciò il dolore non va né saltato, né maledetto, bensì accolto e attraversato, con in animo la certezza che dalle sue umidi nubi spunterà, ogni volta più completo, il sereno arcobaleno della gioia.

La gioia del cuore infatti è il dono che ogni istante porta con sé per ciascuno di noi; ma essa non sarà mai veramente nostra se non sarà frutto sapiente della nostra quotidiana fatica.